“Ahi, disperata vita” madrigale a 5 voci dal III Libro dei madrigali (1596) di Carlo Gesualdo Principe di Venosa. Voci: Pino Daniele (bonus-track dall'album “Medina”, 2001).

“Mentore obbliga Telemaco a lasciare Eucari” (1854) particolare del gruppo marmoreo di Tito Angelini (Napoli, 1806-1878). Napoli, Gallerie Nazionali di Capodimonte.

Con questa e, in maniera più libera, con altre tre canzoni ("Gli stessi sguardi", "Ali di cera" e "Aspettando l'aurora", tutte nell'album "Passi d'autore" del 2004) Pino Daniele s'è ispirato alla grande polifonia cinquecentesca italiana, di cui fu esponente di punta il nobile lucano Carlo Gesualdo Principe di Venosa, personaggio singolare nella vita quanto visionario nella musica.
Si deve soprattutto alle colte influenze letterario-musicali del Rinascimento, così come a quelle fiamminghe e spagnole dello stesso periodo, l'origine della grande musica napoletana (solo in apparenza "popolare" nel senso comune), capace di unire in maniera originale e raffinata l'espressione dei più profondi sentimenti con una rigorosa e difficile scrittura musicale.

“Ahi, disperata vita,
che fuggendo il mio bene,
miseramente cade in mille pene!
Deh, torna alla tua luce alma e gradita
che ti vuol dar aita!”


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