LEO NUCCI - NADINE SIERRA: "Sì, vendetta" (BIS) da "RIGOLETTO" - TEATRO ALLA SCALA, 20.1.2016
Callassino Callassino
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 Published On Jan 21, 2016

Straordinario bis del baritono Leo Nucci e del soprano Nadine Sierra di "Sì, vendetta, tremenda vendetta" dal "Rigoletto" di Giuseppe Verdi, Un regalo al pubblico in delirio di applausi e di ovazioni al Teatro alla Scala durante la terza recita dell'opera verdiana sotto la direzione d'orchestra di Nicola Luisotti. E' tornato infatti alla Scala, dal 13 gennaio al 6 febbraio 2015, “Rigoletto” di Giuseppe Verdi nel sontuoso allestimento pensato nel 1994 da Gilbert Deflo con le scene di Ezio Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino. Con la direzione d’orchestra di Nicola Luisotti, al suo quinto titolo d’opera alla Scala e al quarto verdiano, l’opera vedrà nel cast alcune star della lirica internazionale come il baritono Leo Nucci, nel ruolo del titolo, Vittorio Grigolo e Nadine Sierra al debutto scaligero dopo il successo nel concerto di Capodanno al Teatro La Fenice di Venezia ed indicata dal “Financial Times” come la rivelazione operistica dell’anno dopo il suo debutto nella stessa parte al Metropolitan. Li affiancheranno Carlo Colombara (Sparafucile), Annalisa Stroppa (Maddalena), Giovanni Furlanetto (Monterone), Davide Pelissero (Marullo), Gianluca Breda (Conte di Ceprano); oltre a Chiara Isotton (Giovanna), formatasi all’Accademia di Canto del Teatro, e a giovani che attualmente la frequentano: Martin Piskorski (Matteo Borsa), Federica Lombardi (Contessa), Oliver Pürckhauer (usciere), Kristin Sveínsdóttir (paggio). “Rigoletto” è il secondo titolo verdiano della stagione 2015/2016 aperta dal grande successo della “Giovanna d’Arco” diretta da Riccardo Chailly: seguiranno dal 25 febbraio la nuova produzione de “I due Foscari” con la regia di Alvis Hermanis e la direzione di Michele Mariotti e dal 18 giugno la ripresa di “Simon Boccanegra” nell’allestimento di Federico Tiezzi e la direzione di Myung-Whun Chung, protagonista ancora Leo Nucci. Quattro opere assai diverse che hanno in comune la centralità del rapporto tra padri e figli, snodo ricorrente e fondamentale della drammaturgia verdiana.

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